mercoledì 27 maggio 2015

Nel 1989 larcheologo americano professor David Soren con il team della prestigiosa Università dellArizona hanno condotto una campagna di scavi per portare alla luce una villa di epoca romana nel sito di Poggio Gramignano, vicino alla città di Lugnano nella valle Teverina. Fu constatato che la ricca e complessa struttura architettonica non aveva retto ai progressivi cedimenti del sottosuolo e la villa (del I secolo a.C.)  era completamente crollata nel III sec. d.C. Gli scavi condotti dal professor Soren hanno evidenziato che in realtà la villa ebbe una successiva destinazione attorno al 450 d.C.. Nel sito fu rinvenuto  infatti un  cimitero di eccezionale importanza perché raccoglieva resti di 47 bambini: una realtà archeologica molto rara in Europa e sulla quale si condussero ricerche che portarono alla ipotesi che i bambini potessero essere rimasti vittime di una terribile epidemia di malaria, che li decimò in un breve arco di tempo (un mese circa). Cinque locali della villa  contenevano i resti interrati delle vittime, che erano neonati, bimbi di 6 mesi di età, più uno di 2-3 anni. Insieme alle sepolture furono rinvenuti anche i resti di  una dozzina di cani, probabilmente in virtù di rituali propiziatori.

A distanza di molti anni, il Yale University Archaeology Laboratory Malaria Project ( YUAL) ha avviato un progetto di ricerca multidisciplinare per indagare le origini della malattia e i suoi effetti sulla dinamica delle popolazioni antiche. ll progetto YUAL (Yale University Archaeology Laboratory) collabora con il team del Professor Soren nel tentativo di confermare i risultati del Professor Robert Sallares dellUniversità di Manchester (Inghilterra).

sabato 27 aprile 2013

IL PALAZZO "EX FABBRICA" CHE OSPITA IL MUSEO
La Fabbrica può considerarsi il simbolo e memoria dell'economia agricola e dei tentativi di industrializzazione di Lugnano. Fu costruita, su disegno dell'Ingegner Paolo Zampi di Orvieto, dal conte Giovanni Vannicelli-Casoni nei primi anni del 1900. La struttura è caratterizzata dalla tipica architettura industriale dell'epoca. Venne successivamente utilizzata dal conte Filippo Vannicelli intorno al 1920 per una industria adibita alla fabbricazione di lampadine, denominata Helios, liquidata nel 1922.
Successivamente ospita una mola e un pastificio dotato di generatori di corrente, per breve durata anch'esso. Con il fallimento dei Vannicelli passa di proprietà ad Ottorino Pimpinelli, poi ai Santori che la utilizzano come centro agricolo: mola dell'olio, cantina, deposito di frumenti e cereali. Così la utilizza anche il successivo proprietario, la RAS. Negli anni '90 viene acquistata dal Comune di Lugnano con un progetto a scopo prevalentemente culturale. In varie fasi vengono ristrutturati tutti e quattro i suoi piani. La Fabbrica sta diventando il centro culturale, ricreativo e di promozione turistica del paese: accoglie il Museo Civico, il ricco Archivio Storico di Lugnano, di cui fa parte l'antico statuto comunale, lo "Statuta Communitatis Terrae Lugnani" del 1508,  una sala teatrale, una sala per mostre temporanee e conferenze ed altri strumenti di promozione turistica.