Nel
1989 l’archeologo americano professor David Soren con il team
della prestigiosa Università dell’Arizona hanno condotto una campagna di scavi per portare
alla luce una villa di epoca romana nel sito di Poggio Gramignano, vicino alla
città di Lugnano nella valle Teverina. Fu constatato che la
ricca e complessa struttura architettonica non aveva retto ai progressivi
cedimenti del sottosuolo e la villa (del I secolo a.C.) era completamente crollata nel III sec. d.C.
Gli scavi condotti dal professor Soren hanno evidenziato che in realtà la
villa ebbe una successiva destinazione attorno al 450 d.C.. Nel sito fu
rinvenuto infatti un cimitero di eccezionale importanza perché
raccoglieva resti di 47 bambini: una realtà archeologica molto rara in Europa
e sulla quale si condussero ricerche che portarono alla ipotesi che i bambini
potessero essere rimasti vittime di una terribile epidemia di malaria, che li
decimò in un breve arco di tempo (un mese circa). Cinque locali
della villa contenevano i resti
interrati delle vittime, che erano neonati, bimbi di 6 mesi di età, più uno
di 2-3 anni. Insieme alle sepolture furono rinvenuti anche i resti di una dozzina di cani, probabilmente in virtù di
rituali propiziatori.
A
distanza di molti anni, il Yale University Archaeology Laboratory Malaria
Project ( YUAL) ha avviato un progetto di
ricerca multidisciplinare per indagare le origini della malattia e i suoi
effetti sulla dinamica delle popolazioni antiche. ll progetto YUAL (Yale
University Archaeology Laboratory) collabora con il team del Professor Soren
nel tentativo di confermare i risultati del Professor Robert Sallares dell’Università di Manchester (Inghilterra).
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